Dogana Resort è il risultato di un importante intervento di recupero e riqualificazione funzionale dell’antico seminario della città di Molfetta, edificio che, insieme all’antica cattedrale di San Corrado, costituisce uno degli elementi più caratteristici del waterfront marinaro.
L’edificio è caratterizzato dall’unione di differenti corpi edilizi, antichi palazzi costruiti fronte mare tra il XIV ed il XV secolo ed appartenuti a nobili famiglie locali, riuniti funzionalmente solo a seguito dell’intervento promosso dal vescovo Celestino Orlando tra il 1760 ed il 1763, per opera dell’architetto Piero Magarelli, a cui si deve l’assetto definitivo dell’impianto architettonico e la realizzazione delle facciate, improntate ad un gusto tardobarocco di chiara matrice napoletana.
L’uso del Seminario fu tuttavia breve; con l’abolizione degli ordini in età napoleonica ed il successivo trasferimento del Seminario in un altro edificio della città, dopo un periodo di abbandono, il fabbricato venne riutilizzato a partire dalla fine del 1900 quale sede della Dogana portuale, introducendo modifiche e superfetazioni che ne hanno stravolto la fisionomia degli interni.
Nel 2009, nell’ambito dell’iniziativa “Valore Paese”, l’Agenzia del Demanio ha bandito ed aggiudicato la concessione, con il relativo progetto di recupero, alla società Dogana Vecchia srl, che dopo aver acquistato l’immobile attraverso Cassa Depositi e Prestiti, nel 2018 da avvio ai lavori di recupero.
Lo Studio, a cui è stata affidata la Direzione Artistica generale, l’architettura degli interni, il design e l’immagine coordinata, ha affiancato la proprietà coordinando un qualificato team tecnico locale per garantire un intervento rigoroso e coerente in linea con l’ambizioso programma di riqualificazione.
Il concept generale e funzionale è stato definito attraverso un intenso dialogo con le preesistenze fondato sulla stesura di nuove trame contemporanee. Di conseguenza il progetto di restauro si è filologicamente orientato alla ricomposizione dei volumi e alla riscoperta delle diverse stratigrafie materiali e decorative per mezzo di un linguaggio sintetico e puro, capace di mettere in evidenza dettagli e spigolature del manufatto senza privarlo del suo continuum estetico, percettivo e sensoriale.
Dove è stato possibile, i paramenti portanti lapidei e le volte a copertura degli ambienti, a seguito delle operazioni di consolidamento strutturale, sono stati lasciati a vista, evidenziando le pelli e le testure originali del tufo per mezzo di delicate stilature in bolo di calce, proteggendo poi le superfici mediante applicazioni di velature e soluzioni aggreganti.
Le spesse murature interne sono state trattate con intonaci a base di calce, rifinite con velature tono su tono che conferiscono profondità materica e morbidezza alle masse. L’impiego dei materiali di finitura per i rivestimenti e le pavimentazioni sono stati convenuti con la Soprintendenza, selezionati all’interno dell’abaco degli ingredienti della tradizione locale, prediligendo, dove possibile, la pietra di Apricena, applicata con diverse texture, formati e spessori in funzione delle destinazioni d’uso. Tutte le nuove partizioni interne finalizzate a compartimentare le suite, sono state realizzate con tecnologie a secco mediante sistemi in cartongesso e pareti in acciaio-vetro, conservando pertanto inalterati i recuperati volumi originali.
Il resort ha una superficie complessiva pari a 5300 mq, si articola su 5 livelli.
Al piano seminterrato è collocato l’ingresso principale dalla Banchina Seminario, la reception, la hall, una sala lettura utilizzabile come meeting room, la sala cinema; sono inoltre presenti le aree destinate al personale. Il piano rialzato, servito dal vecchio ingresso monumentale con portale settecentesco posto sulla via Chiesa Vecchia, ospita il bistrot, il bar, il ristorante, la sala polivalente, la cucina, accessibili inoltre dal fronte Banchina. Un importante scalone monumentale distribuisce ai 3 piani superiori le 32 suite e la spa, fino a concludersi sul piano del terrazzo, location perfetta per eventi e meeting, in grado di offrire un impressionante vista sul mare e sulle torri campanarie gemelle della cattedrale.
Il progetto degli interni è parte integrante della strategia di recupero, divenendo un trait d’union tra i caratteri dell’architettura della Fabbrica ed il paesaggio intorno ad essa, ricucendo il senso del nuovo racconto dell’ospitalità attraverso elementi arredativi e decorativi sobri, proporzionati ed eleganti, privilegiando una tavolozza di colori e di finiture appartenenti alla memoria mediterranea, con nuances neutre, calde e sensuali, in grado di esaltare la vibratilità della luce del porto e le ombre del Borgo; materiali naturali e delicate texture per garantire un’esperienza autenticamente confortevole e coerente con il genius loci.